martedì 1 giugno 2010

Non c’è Chiesa senza la Vergine Maria

Carissimi fedeli ed amici,

Questa Domenica della SS. ma Trinità chiude il mese di Maggio dedicato alla Vergine Maria. Invece Lunedì 31 maggio, ore 21,00 ci sarà la conclusione del mese mariano con la recita del S. Rosario e la “offerta dei Cuori” sul sagrato della nostra Chiesa. Non vi nascondo di provare un tantino di tristezza, al termine di questo mese, sia perché è ritenuto il più bel mese dell’anno, ma anche perché conservo nella mia memoria alcuni avvenimenti importanti della vita che mi legano a questo mese: la Nascita e il Battesimo, la Prima Comunione e la Cresima. E ancora, da quando sono qui con voi a S. Lorenzo, si è aggiunta un’altra data, quella del 1° maggio, giorno della mia nomina a parroco.
Adesso, per parlare ancora della Madonna, mi piace riportare un passaggio della catechesi di Papa Benedetto XVI, tenuta mercoledì scorso all’Udienza generale in occasione della Solennità della Pentecoste e dei primi passi della Chiesa nascente, festa che ricorre nel mese dedicato a Maria.
Diceva testualmente: “Non c’è dunque Chiesa senza Pentecoste. E vorrei aggiungere: non c’è Pentecoste senza la Vergine Maria. Così è stato all’inizio, nel Cenacolo, dove i discepoli - erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la Madre di Gesù, e ai fratelli di lui" – come ci riferisce il libro degli Atti degli Apostoli (1,14).
Il Papa, di recente pellegrino da Fatima, ha così proseguito: “E così è sempre, in ogni luogo e in ogni tempo. Ne sono stato testimone anche pochi giorni fa, a Fatima. Che cosa ha vissuto, infatti, quell’immensa moltitudine, nella spianata del Santuario, dove tutti eravamo un cuore solo e un’anima sola, se non una rinnovata Pentecoste? In mezzo a noi c’era Maria, la Madre di Gesù. E’ questa l’esperienza tipica dei grandi Santuari mariani - Lourdes, Guadalupe, Pompei, Loreto - o anche di quelli più piccoli: dovunque i cristiani si radunano in preghiera con Maria, il Signore dona il suo Spirito”.
Ha concluso la sua catechesi esortando tutti ad essere spiritualmente uniti alla Madre di Cristo e della Chiesa, invocando con fede una rinnovata effusione del divino Paraclito. Testualmente: “La invochiamo per tutta la Chiesa, in particolare, in quest’Anno Sacerdotale, per tutti i ministri del Vangelo, affinché il messaggio della salvezza sia annunciato ad ogni creatura”.

Con affetto vi saluto.

Padre Renato

martedì 25 maggio 2010

Vita cristiana e Pentecoste

Carissimi,
la Pentecoste non si riduce ad un evento legato alla storia del passato e narrato da Luca nel libro degli Atti degli Apostoli”. Essa segna l’inizio dell’azione di Dio, che, mediante lo Spirito Santo, è penetrato, continua ad essere presente nella storia dell’umanità e nella nostra umile esistenza personale. Con la Pentecoste Dio ha dato compimento al progetto di salvezza che ha avuto inizio con l’incarnazione del Verbo, ossia del Figlio di Dio fattosi uomo.
Nella professione di fede noi ripetiamo: “Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio”. Con la stessa energia divina gli ha dato potenza di risurrezione. Ebbene, questo Spirito di vita abita anche in noi, anima la nostra povertà di creature mortali e garantisce pure a noi vita e risurrezione. “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a Lui e prenderemo dimora presso di Lui”. Purtroppo, manca spesso alla nostra fede la piena consapevolezza di questa dimensione del nostro vivere in comunione con Dio. Viviamo la fede con una religiosità priva della gioia di essere amati da Dio come figli; una religiosità priva della vera speranza e disancorata dal progetto di salvezza a cui Dio vuole dare compimento anche in ciascuno di noi.
La Pentecoste ci risvegli, dunque, come scosse l’intera Gerusalemme con il forte vento, che richiamò l’attenzione degli abitanti della città e di quelli che si trovavano a Gerusalemme venuti da ogni parte del mondo. Come non sentirsi santamente orgogliosi leggendo: “Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!”.
Ogni volta che riascolto queste parole di S. Paolo, mi torna alla mente quello che Dante scrisse nel XXVI canto dell'inferno della Divina Commedia, la frase che Ulisse rivolge ai compagni con i quali s'imbarca "Fatti non foste per viver come bruti,ma per seguir virtute e canoscenza", definito il folle volo, un’esortazione tutta tesa a sminuire il senso del pericolo agli occhi dei suoi rematori.
Nell'immaginario dell'uomo moderno la figura di Ulisse e' il simbolo della ricerca del sapere, di colui che instancabilmente cerca nuove strade e sposta in continuazione i traguardi di quel suo inarrestabile e metaforico viaggio verso cio' che e' ancora sconosciuto.
Noi, invece, siamo destinatari di un messaggio di gran lunga superiore al “seguir virtute e conoscenze”, quello di fare la stessa esperienza della Vita di Dio in noi.
Vi saluto con affetto.
Padre Renato

martedì 18 maggio 2010

Il Papa a Fatima

Sul luogo delle apparizioni chiamato "Cova da Iria", fu costruito il Santuario composto da un "Recinto di preghiera" e da una vasta Spianata sulla quale si affacciano vari edifici. All'estremità nord sorge la Basilica e sulla sinistra si trova la "Capelinha", la Cappellina delle Apparizioni, costruita nel 1919.

Il Santo Padre ha letto una preghiera davanti alla statua della Vergine nella Cappellina delle Apparizioni, ed ha ricordato che il Venerabile Giovanni Paolo II compì una visita a Maria Vergine di Fatima in tre occasioni, e Le rese grazie "per quella 'mano invisibile' che lo ha liberato dalla morte nell'attentato del tredici maggio del 1981".
"Ringrazio, Madre diletta, le preghiere e i sacrifici che i Pastorelli di Fatima facevano per il Papa, condotti dai sentimenti che tu hai ispirato loro nelle apparizioni. Ringrazio anche tutti coloro che, ogni giorno, pregano per il Successore di Pietro e per le sue intenzioni affinché il Papa sia forte nella fede, audace nella speranza e zelante nell'amore".
Il Santo Padre ha offerto la Rosa d'Oro "che ho portato da Roma, come omaggio di gratitudine del Papa per le meraviglie che l'Onnipotente ha compiuto per mezzo di Te nei cuori di tanti che vengono pellegrini a questa tua casa materna".
°*°*°*°*
Altre informazioni sul viaggio Apostolico in Portogallo nel 10° Anniversario della beatificazione di Giacinta e Francesco, pastorelli di Fatima, potete trovarle sul sito della Santa Sede:
www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/travels/2010/index_portogallo_it.htm

La missione dei sacerdoti e il nuovo Confessionile

Carissimi fedeli ed amici,
l’anno sacerdotale che stiamo celebrando, in occasione del 150° anniversario dalla morte del Santo Curato d’Ars, patrono di tutti i sacerdoti in cura d’anime, si concluderà a Roma con un grande raduno alla presenza del S. Padre, venerdì 11 giugno, Festa del S. Cuore di Gesù.
All'Udienza generale di mercoledì 5 maggio u. s., Benedetto XVI ha parlato in piazza san Pietro, gremita da almeno 30 mila fedeli, sulla missione di santificare dei sacerdoti. Ha spiegato che: “la missione dei sacerdoti è quella di mettere gli uomini in contatto con Dio attraverso i sacramenti, di cui non sono padroni, ma custodi e amministratori”.
Dopo aver ricordato la sua recente visita alla Sacra Sindone di Torino, il Papa ha ricordato che il servizio sacerdotale di santificazione si “realizza nell’annuncio della Parola di Dio” e “in modo particolarmente intenso con i Sacramenti”.
Da qui la necessità che “ogni sacerdote ricordi che nella sua missione l'annuncio missionario e il culto non sono mai separati”; inoltre occorre “promuovere una catechesi adeguata per aiutare i fedeli a comprendere il valore dei Sacramenti, ma è altrettanto necessario, sull’esempio del Santo Curato d’Ars, essere disponibili, generosi e attenti nel donare ai fratelli i tesori di grazia che Dio ha posto nelle nostre mani”.
Infatti, ha aggiunto che non siamo noi uomini a fare qualcosa, ma Dio in anticipo ci viene incontro con il suo agire e “crea questo contatto, che ci trasforma man mano in vere immagini” di sé. Pertanto il prete deve avere coscienza “di essere strumento necessario all'agire salvifico di Dio, ma pur sempre strumento”. Il Santo Padre ha quindi incoraggiato i sacerdoti a dedicarsi maggiormente al Sacramento della Riconciliazione perché “il fedele possa trovare misericordia, consiglio e conforto”, sentendosi amato da Dio e sperimentando la presenza della Misericordia Divina.
Miei cari, molto opportunamente abbiamo voluto riportare questo passaggio sulla catechesi penitenziale dell’Udienza del Papa, visto che a giorni, nella nostra Chiesa parrocchiale, sarà installato un nuovo Confessionale, a due cellette, comodo e adatto per il confessore ed il penitente, augurando a tutti i fedeli di accedere con più frequenza ed efficacia.
Infine, rivolgendosi ai fedeli, ha concluso: “Siate consapevoli del grande dono che i sacerdoti sono per la Chiesa e per il mondo; attraverso il loro ministero, il Signore continua a salvare gli uomini, a rendersi presente, a santificare. Sappiate ringraziare Dio, e soprattutto siate vicini ai vostri sacerdoti con la preghiera e con il sostegno, specialmente nelle difficoltà, affinché siano sempre più Pastori secondo il cuore di Dio”.
Vi saluto con affetto.
Padre Renato

lunedì 10 maggio 2010

Il Papa e la Sindone


Domenica 2 maggio Benedetto XVI si è recato in visita pastorale a Torino in occasione della Ostensione della Sacra Sindone. Quattro i momenti salienti della visita: la celebrazione eucaristica in piazza San Carlo, l’incontro con i giovani, nella stessa piazza, la venerazione della Sindone nel Duomo e l’incontro con gli ammalati nella chiesa della Piccola Casa della Divina Provvidenza-Cottolengo di Torino.
La Sindone è «l’Icona del Sabato Santo», che «è il giorno del nascondimento di Dio». Lo ha evidenziato il Pontefice, nella sua meditazione in occasione della venerazione della Santa Sindone. La Sindone, allora, «ci parla esattamente di quel momento, sta a testimoniare precisamente quell’intervallo unico e irripetibile nella storia dell’umanità e dell’universo, in cui Dio, in Gesù Cristo, ha condiviso non solo il nostro morire, ma anche il nostro rimanere nella morte. La solidarietà più radicale».

Tempo di Prime Comunioni

Carissimi fedeli, parenti ed amici,
Anche in questa seconda Domenica di Maggio, altri due gruppi complessivamente di oltre quaranta bambini e bambine, si accostano per la prima volta alla Mensa Eucaristica durante le SS. Messe delle ore 10 e delle 11,30, per incontrare il loro grande amico Gesù. Oggi, noi tutti come Assemblea Eucaristica li salutiamo con gioia e li accogliamo a questa Festa di Prima Comunione, insieme ai loro cari e all’intera comunità.
Questo avvenimento ecclesiale sacramentale che vive la nostra Parrocchia ci dà occasione di riflettere sull’Eucaristia, fonte ed culmine di tutta la vita cristiana, con la stessa gioia e gratitudine di questi bambini verso il Signore. L’insondabile ricchezza di questo sacramento si esprime attraverso i suoi diversi nomi.
Infatti la chiamiamo: Eucaristia, perché è rendimento di grazie a Dio per le sue opere, la Creazione, la Redenzione e la Santificazione nostra; Cena del Signore, dove Gesù ha consumato con i suoi discepoli il Pane della Vita; Frazione del pane, perché questo rito della cena ebraica è stato consumato nell’ultima cena; Assemblea Eucaristica, in quanto l’Eucaristia è celebrata con e nell’assemblea dei fedeli, espressione visibile della Chiesa; Memoriale della Passione e Risurrezione del Signore; perché attualizza l’unico sacrificio di Cristo Salvatore e della Chiesa; Santa Liturgia, perché in essa la Chiesa trova il suo centro e la sua più densa espressione; Santissimo Sacramento, in quanto costituisce il Sacramento dei sacramenti; Comunione, perché mediante questo sacramento ci uniamo a Cristo; infine S. Messa, perché la liturgia si conclude con l’invio dei fedeli (vedi rito romano) affinché essi compiano la volontà di Dio nella quotidianità della vita (1) .
Vi saluto con affetto.
Padre Renato

Nota(1):
Nel rito romano latino l’invio era: Ite, missio est, oppure: dimissio est, la spiegazione più attendibile è diventata, in italiano: Messa

martedì 4 maggio 2010

Auguri a
Padre Renato
Martedì 4 maggio è il compleanno del parroco, padre Renato. Il consiglio pastorale, a nome di tutta la comunità esprime gli auguri più cordiali e prega affinché il Signore gli doni salute e sapienza per continuare a guidare la nostra comunità cristiana.
Buon Compleanno!!!