lunedì 18 gennaio 2010

Dall’ultima lettera di Taizé dalla Cina

Anche quest'anno, come tutti i fine dicembre da 30 anni, la comunità di Taizé ha convocato e radunato 50.000 giovani di tutto il mondo in una città europea, questa volta in Polonia. Ospiti nelle famiglie e nelle parrocchie hanno potuto condividere la preghiera, la testimonianza, l'impegno, il servizio... Dall'ultima lettera scritta dalla Cina, dopo la visita del priore di Taizé ai cristiani orientali, in un vero incontro ecumenico, vi riportiamo un brano.

CONDIVIDERE CIÒ CHE ABBIAMO

Lasciare che la sete di Dio lavori dentro di noi non ci allontani dalle preoccupazioni del mondo che ci circonda.
Al contrario, questa sete ci spinge a fare l’impossibile affinché gli altri gioiscano dei beni della creazione e trovino una gioia di vivere. Fare una scelta fra i nostri desideri, accettare di non possedere tutto, ci porta a non accaparrarci di ricchezze solo per noi.
Sant’Ambrogio, già nel IV secolo, diceva: «Non è il tuo bene che distribuisci al povero, ma soltanto il suo che tu gli rendi.» Imparare a non avere tutto ci preserva dall’isolamento. Le comodità materiali sono spesso accompagnate da un ripiegamento su se stessi che conduce alla perdita di una comunicazione vera.
Basta davvero poco perché ciò non avvenga. Molte iniziative di condivisione sono alla nostra portata: sviluppare reti di assistenza reciproca; favorire un’economia solidale; accogliere gli immigrati; muoversi per capire dal di dentro culture e situazioni umane diverse; suscitare gemellaggi fra città, fra villaggi, fra parrocchie, per aiutare coloro che sono nel bisogno; utilizzare consapevolmente le nuove tecnologie per creare dei legami di sostegno… Sforziamoci per non lasciarci invadere da una visione pessimistica dell’avvenire, focalizzandoci sulle cattive notizie. La guerra non è un fatto ineluttabile.
Il rispetto degli altri è un bene inestimabile per preparare la pace. Le frontiere dei paesi più ricchi devono potersi aprire di più. Una più grande giustizia sulla terra è possibile. Non mancano le analisi e gli appelli che si prefiggono di promuovere la giustizia e la pace. Ciò che manca è la motivazione necessaria a perseverare al di là delle buone intenzioni. Il Vangelo ci chiama alla semplicità. Scegliere la semplicità apre il nostro cuore alla condivisione e alla gioia che viene da Dio.

Nessun commento: