lunedì 11 gennaio 2010

"Per la morte di Tonino Festa"

Carissimi fedeli e amici,
mi rivolgo in particolare a voi giovani che, lunedì 4 gennaio u. s., per dare l’ultimo saluto al vostro amico Tonino Festa, avete partecipato alle sue esequie. In Chiesa eravate così numerosi da farla traboccare, così pure fuori sul sagrato e sulla strada, da impedire perfino il traffico alle auto. La vostra straordinaria partecipazione, pur se prevedibile, non si poteva immaginare in questo modo.
Tonino era stato battezzato in questa Chiesa il 22 ottobre dell’anno 1989 e la prima Comunione a maggio del 1999. Il prossimo 7 agosto avrebbe compiuto 21 anni, se nonché il tragico incidente stradale a Settimo Milanese di giovedì 31 dicembre u. s., ultimo dell’anno, lo ha strappato all’affetto dei suoi cari e di tutti noi, suoi amici, proiettandolo in una nuova dimensione del tempo. In lutto, lo abbiamo accolto per l’ultima volta nella nostra Chiesa parrocchiale per stringerci intorno ai propri cari per la preghiera e il riposo eterno della sua anima, ricordandolo anche tra lacrime ed emozioni di tutti.
Nella S. Messa concelebrata da me e da P. Biagio ho ricordato quello che ho provato la sera precedente, recandomi con Suor Enrica a fargli visita in obitorio a Milano, per una preghiera e una benedizione, ma anche per dare una parola di conforto e di fede ai presenti. Vedendo, però, lì accanto il papà impietrito dal dolore e la mamma esclamare nel pianto: “Lui riempiva la nostra vita”, ho sentito forte una stretta al cuore che mi ha impedito di esprimere le parole giuste.
Il legame familiare è una delle cose più profonde e più belle della vita per questo un genitore percepisce intensamente la presenza della persona amata nella sua fragile esistenza, che quando viene meno per la morte, se abbiamo il dono della fede, crediamo che la vita “Non è tolta, ma trasformata”.
Miei cari giovani, noi crediamo che esista un vincolo spirituale con i nostri cari defunti: sentirli così presenti nella fede e pregare per loro e con loro fa parte del sentirsi Chiesa. Ecco perché questo legame diventa più forte e più presente.
Per una madre e per un padre che perdono il proprio figlio; per un fratello o per una sposa, per il proprio caro, non vi è nulla di più tremendo. Gesù ha sofferto tutto il dolore del mondo. Dio non osserva solo da lontano, ma Egli soffre con noi. La sua Madre Addolorata ha tenuto tre le braccia il Figlio insanguinato tolto dalla Croce! Se vogliamo, qui c’è la risposta a tutte le nostre domande: Perché, Signore?
Il mistero del Natale che abbiamo contemplato in questi giorni, pur nella sua atmosfera di pace e di serenità, ci ha rivelato l’estrema precarietà e povertà di un Dio che si fa uomo nelle sembianze di un bimbo, segnato già dal “destino” della sua Passione e della sua Morte innocente. Egli non è venuto a spiegarci il dolore, ma è venuto a condividerlo. Nel Vangelo che abbiamo ascoltato Gesù, rispondendo a Maria che piange la morte del fratello Lazzaro, quasi rimproverandolo: “Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”, le dice: “Tuo fratello risorgerà..….credi tu, questo?” . E lo chiede non solo a lei, in quella circostanza, ma lo chiede a ciascuno di noi. Questa è la domanda decisiva di tutta la vita. Questo significa aver fede.
Molte persone hanno difficoltà a credere alla Risurrezione, ma anche noi cristiani non riusciamo a comprendere l’idea di una vita felice dopo la morte perchè dipende dal fatto che viviamo in un mondo materialistico. Crediamo solo quello che vediamo, tocchiamo…Ma Dio ci ha fatto per la felicità che cerchiamo tra cose passeggere e dobbiamo confessare che nulla ci può soddisfare definitivamente, rendendoci davvero felici. Per questo Sant’Agostino disse: “Il nostro cuore è inquieto, finché non riposa in te”. Dio stesso ha posto nel nostro cuore questo desidero infinito di felicità.
Voglio terminare con una preghiera per tutti noi: “Signore della vita, Tu che sei il vero amico degli uomini, che ti sei commosso di fronte alla morte dell’amico Lazzaro e lo hai restituito all’affetto delle sue sorelle, fa che il ricordo dell’amico Tonino che ha raggiunto la tua Casa, non sia per noi fonte di tristezza e di rassegnazione, ma impegno a servire la vita dei fratelli che più soffrono e hanno bisogno. Che il tuo Spirito di vita abiti nei nostri cuori e custodisca le persone che ci sono state più care e così sia”.
Con affetto vi saluto

Padre Renato

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