martedì 6 aprile 2010

Pasqua con chi vuoi, ma con Qualcuno

Ogni anno, in occasione delle mie Visite alle Famiglie per le Benedizioni asquali (1), come ogni parroco, incontro tante situazioni e persone con le quali mi piace “chiacchierare tanto”, quando le circostanze me lo permettono.
A seguito di uno di questi incontri, ho trovato un giorno nella cassetta della posta un “scritto” dal titolo “Sotto le Feste Pasquali”, ricevuto dal simpatico Signor Gerardo abitante in Via Buonarroti, che avevo incontrato in casa in compagnia del figliolo, visitando appunto la Parrocchia. Con il permesso dell’autore, riporto con piacere e per intero il contributo “con preghiera, - si legge - se ritieni opportuno, di pubblicarlo sul Foglio parrocchiale di collegamento”:
Figlio: “Papà, guarda, c’è un avviso sul portone”.
Papà: “Sarà qualcosa che riguarda l’acqua, il gas o simili”.
Figlio: “No, è il prete che dice che verrà a benedire la casa, e dice anche di aspettarlo e dice anche quando; ma non ti sembra un po’ arrogante? E poi come si permette di (fare) attaccare un volantino con lo scotch sul portone?”
Padre: “Vedremo come sarà trattato quel volantino”.
Qualche giorno dopo il campanello gracchia. “Chi è?”. Immediata una voce mi risponde da dietro la porta. “Sono il parroco”. Caspita! Mi sorprendo a pensare, “questo vuole proprio entrare”, e con questo pensiero gli apro la porta.
Il parroco entra, ci salutiamo, ci diciamo che ci siamo incontrati la volta del Battesimo della piccola Irene che abita al piano di sopra. Sono trascorsi 12/13 mesi! Da parte mia cerco di dare qualche segno d’attenzione alle attività della Parrocchia riportando qualche passaggio letto sul “Foglio Parrocchiale”, ma per forza di cose risulta essere impreciso. Il parroco garbatamente mi corregge: ”… la vetrata della bussola è stata fatta, ti riferisci all’ascensore..”. Parlando del più e del meno ci diciamo che la vita della città rende difficile l’incontro con le persone e le famiglie.
Don Renato mi racconta che è stato in visita presso una comunità cristiana in IRAQ (in occasione dell’ordinazione sacerdotale di P. Zuhir). Mi racconta anche con gli occhi le emozioni vissute in quella comunità. Le persone s’incontrano, si accolgono, si considerano l’un l’altro. Le relazioni sono salde, vive, non escludono alcuno. Il calore umano si sente sulla pelle e scalda come null’altro.
Terminando, Don Renato diventa nostalgico e dubbioso: “Noi qui tutto questo l’abbiamo quasi perso acquistando un maggior benessere materiale; ne vale la pena?”. “No! - Rispondo con decisione, pur cogliendo il tono retorico della domanda, anzi, aggiungo, - “Chi si rende conto del valore di ciò, fa bene ad attivarsi perché l’uomo è proprio lì, nell’incontro! Molti uomini sensibili e di responsabilità capiscono che la chiave è lì, ma non trovano il modo di frenare la degenerazione della trama relazionale così grave in ambito urbano”.
Il quel momento colgo il senso dell’azione del Parroco: “è venuto a trovarmi, è venuto a ricordarmi il da farsi. E’ venuto a ricordarmi che Dio in Cristo ha incontrato l’uomo e lo ha riportato alla vita, è venuto a darmi un esempio pratico d’Eucaristia, è venuto a spiegarmi la Pasqua di Risurrezione.
Dunque l’uomo è nell’incontro, nell’accoglienza, nella considerazione dell’altro. E allora….Pasqua con chi vuoi, ma con qualcuno! Dopo qualche giorno mio figlio mi riporta che il volantino è ancora in bella vista e gli spiego che quella è la risposta alle sue domande.
Qualsiasi altro commento aggiuntivo è superfluo.
P. Renato Spallone
Padova, Pasqua ’06
Nota Bene: Questa lettera è stata pubblicata su
LA DIFESA del POPOLO della Diocesi di Padova in occasione della Visita alle Famiglie

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