Carissimi fedeli ed amici
da pochi giorni abbiamo celebrato la grande Festa del Natale del Signore e siamo stati sicuramente toccati dallo stupore del Mistero di un Dio dal volto umano, il quale desidera dare all’uomo quello divino. E’ venuto tra noi, bambino, non per dominarci, ma per riempire il vuoto che c’è nel nostro cuore, tormentato e inquieto, e donarci la pace interiore, come anche quella esteriore, anch’essa necessaria.
La prossima “Giornata Mondiale della Pace” che si celebrerà il 1° gennaio 2010, dopo il summit di Copenaghen che ha visto capi di Stato e tanti “uomini di buona volontà” impegnati sulla conservazione del Creato, avrà proprio questo tema: Se vuoi coltivare la Pace custodisci il Creato. Non a caso è stato scelto dal Santo Padre questo tema, divulgato in un Suo messaggio dove viene sollecitato il principio della “salvaguardia del creato e coltivazione del bene della pace”.
La Chiesa Italiana, continuando la tradizionale Marcia della Pace, voluta nel 1990 da Giovanni Paolo II, l’ha voluta iniziare - quale segno di profonda solidarietà verso le popolazioni e sulle emergenze ambientali - partendo dalla città dell’Aquila per terminare il 1° gennaio 2010 in Piazza S. Pietro. L’uso delle risorse naturali, l’aria, l’acqua e la “vulnerabilità” dei tempi climatici, oltrepassando i confini degli Stati, a parere degli esperti del settore, provocano notevoli scompensi sulla globalità e la vera alternativa resta il rafforzamento della cooperazione, ma ancor più valida è il rispetto della persona, perché in caso contrario saranno i più deboli, i desaparecidos della nostra società a pagare il prezzo più alto.
In una società complessa come la nostra, è importante chiedere a noi stessi chi è il nostro prossimo e a chi dobbiamo farci prossimi. Il nostro prossimo è chi ci sta accanto o che incontriamo nelle strade delle nostre città, ma lo è soprattutto colui che è lontano, colui che l’azione sociale e politica dimentica quale palese grande ingiustizia e non lo gratifica della solidarietà (malati terminali, vegetativi, psichici, sordomuti, ciechi, invalidi ecc.). Forse oggi i vincoli etici o della morale preposti all’osservanza delle norme sono “allentati”, nessuno, né tanto poco le Istituzioni, vogliono essere vincolati e nessuno si sente responsabile. L’etica moderna è forse per un invito alla trasgressione, mentre “una volta” esisteva la virtù del frenare.
Il Pontefice nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace “sollecita una presa di coscienza dello stretto legame che esiste nel nostro mondo globalizzato e interconnesso tra salvaguardia del creato e coltivazione del bene della pace”, ci invita con alto senso pastorale ad una riflessione concreta. Il Papa ed i Vescovi e noi tutti siamo liberi di esprimere le nostre opinioni e sensazioni.
La nostra società sta perdendo la fiducia nelle Istituzioni perché queste ultime hanno “dimenticato” che le ingiustizie sociali hanno spesso originato eversione da precisi principi etici e culturali. Nel mondo in cui viviamo assistiamo impotenti ad una grande ondata di laicismo dilagante, dove tanti vivono come se Dio non esistesse, assistiamo ad una situazione che si potrebbe chiamare dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo. Ma, ancora in misura seppur minima, esiste la solidarietà che reputiamo essere fra i più importanti segni tangibili che la nostra società dovrebbe tenere ancor più in buona evidenza,
Augurando un Anno Nuovo di Pace, saluto con affetto.
Padre Renato
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