Carissimi fedeli ed amici,
Viviamo tempi che appaiono duri, guardando le prime pagine dei quotidiani, i telegiornali o ascoltando i radiogiornali. Le notizie trattano sempre di assassini, uccisioni, disastri: la cultura della morte è perniciosa, diffusa e morbosa. Sembra quasi che ci siano più persone che chiedono di morire che quelle, tante, che chiedono di vivere.
Ma il mondo non è tutto buio, l'umanità non è solo dominata da cattivi che vessano i deboli. Dove c'è tanto male c'è anche tanto bene, diceva San Paolo.
In effetti, a guardare bene, per ogni azione poco buona ce ne sono tante più amorevoli. Per uno che chiede di morire ce ne sono milioni che chiedono di vivere. Per un gesto di rifiuto d’aiuto ce ne sono miliardi di carità eroica.
Andiamo a cercare le storie più belle, quelle che alimentano la speranza. Siamo assolutamente convinti che l'umanità sia stata creata per amore e per amare. E la nostra non è solo una buona intenzione. Lo scopriamo ogni giorno, quando veniamo a conoscenza e sentiamo il racconto di tante storie di conversione, di accoglienza e aiuto ai poveri e ai malati, di carità, perdono, pacificazione e umana solidarietà.
Sono queste realtà che noi vogliamo far conoscere. E' questa la buona novella che ogni giorno si rinnova, ed è con queste voci che intendiamo alimentare e far crescere la speranza. Lo scrittore e poeta cattolico Charles Péguy diceva che "la speranza è la fede preferita da Dio" mentre George Bernanos, un altro grande scrittore cattolico, ha scritto che "il peccato più grave è quello contro la speranza. É la disperazione".
Senza speranza l'umanità non intraprende nessuna azione, non vive e non ha futuro. Con la speranza, maggiori sono le qualità morali e più grandi sono le probabilità di far vincere il bene sul male.
Per questi motivi ci ritroveremo anche quest’anno, come famiglie e come comunità, “intorno al Dono più bello di Natale, a celebrare l’Amore di Gesù”.
Per questo motivo possiamo augurarci ancora
BUON NATALE!
Vi saluto con affetto
Padre Renato
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