Carissimi fedeli ed amici,
vorrei continuare la chiacchierata della scorsa settimana per completare l’argomento delle visite alle famiglie che si stanno svolgendo in questo periodo prenatalizio. Avevo descritto, infatti, la nostra “fatica pastorale”, bussando di porta in porta, ora, invece, voglio parlarvi dell’accoglienza e dell’incontro con i componenti della famiglia, passando di casa in casa.
Premetto che, essendo questa la prima visita che svolgo da parroco, dal mio ritorno a S. Lorenzo, sento forte il desiderio d’incontrarvi nelle vostre case e sono spinto a fare ciò, considerandomi come un vostro fratello maggiore di questa comunità, dopo tredici anni di assenza (e/o lontananza).
Oltre il breve momento di preghiera familiare e la benedizione del Signore, di solito la conversazione è per conoscerci e, in alcune situazioni, data la presenza di persone sofferenti e/o sole, per scambiare una parola d’incoraggiamento e di conforto cristiano.
Ma grazie al cielo, non è infrequente il caso in cui entrando in una casa, trovo delle famiglie giovani con figli grandi, ragazzi e bambini. Questi mi dilatano enormemente il cuore e non vi nascondo la gioia che provo per la loro simpatia e amore per la vita, mettendomi subito a mio agio e perché mi fanno sperare nell’avvenire di una comunità parrocchiale giovane ed unita.
Terminando vorrei rivolgere queste parole a tutti voi fedeli ed amici lettori, anche in nome degli altri miei confratelli sacerdoti, suore e ministri laici benedicenti: non lasciateci soli in questo amore, in questa fede, in questa speranza e in questo lavoro di Padri e Fratelli Maggiori.
Vi saluto con affetto.
Padre Renato
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