giovedì 18 marzo 2010

“...in occasione dell’ostensione del corpo di Sant’ Antonio”

Carissimi fedeli ed amici,

come molti già sanno, da lunedì 15 a sabato 20 febbraio 2010 i fedeli potranno venerare le Spoglie mortali di Sant’Antonio, esposte nella Cappella delle Reliquie della Basilica del Santo in Padova. S’intende così dare seguito al desiderio espresso da molti di rivedere il Corpo del Santo, prima del suo ritorno alla splendida Cappella dell'Arca, recentemente restaurata. L'ostensione coincide anche con la festa liturgica della Traslazione di S. Antonio 15 febbraio (detta anche Festa della Lingua).
In occasione di quest’evento, perciò, voglio parlarvi del Santo di Padova che spicca nella Chiesa tra i grandi araldi del Signore per il suo fervore apostolico e per i suoi prodigi a favore dei poveri. Del resto anche il Santo Padre nell’Udienza Generale di Mercoledì scorso 10 febbraio 2010 ha dedicato la sua catechesi alla figura di un Santo molto venerato nella Chiesa cattolica, nel contesto della storia della Chiesa del XIII secolo, chiedendo più generosità con i poveri.
Ha spiegato Benedetto XVI che: “La vera ricchezza è quella del cuore, la generosità con i poveri. E' un insegnamento di Sant'Antonio da Padova, molto importante nei giorni nostri, nel contesto della crisi economica attuale”. Ha aggiunto: “Per questo motivo, Antonio più volte invita i fedeli a pensare alla vera ricchezza, quella del cuore, che rendendo buoni e misericordiosi, fa accumulare tesori per il Cielo".
Ma un altro motivo più particolare e personale mi spinge a parlarvi del Santo “senza nome” di Padova, da dove sono giunto prima di mettere piedi a S. Lorenzo in Trezzano sul Naviglio. Innanzi tutto non vi nascondo il mio precedente legame con Sant’Antonio, avendolo ereditato dalla mia famiglia e dai miei genitori che portavano entrambi il suo stesso nome che poi lo hanno anche dato all’ultimo dei miei fratelli.
Inoltre, la mia appartenenza alla famiglia rogazionista, segnata dalla presenza di S.Antonio, quale Patrono speciale per le Opere educative - assistenziali di Padre Annibale da lui voluto, me l’hanno reso sempre più vicino e familiare. A tutto questo va aggiunta un'altra circostanza, che oltre vent’anni del mio ministero pastorale (1968 –2010) li ho svolti in due Parrocchie, a Roma e a Napoli, intitolate a Sant’Antonio da Padova.
Lunedì 15 febbraio p. v. mi recherò a Padova per un controllo ospedaliero e non perderò l’occasione per visitare la sua Tomba e pregare, ricordandomi di tutti voi.
Con affetto vi saluto
Padre Renato

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