Carissimi fedeli ed amici,
ho ricevuto in questi giorni un’e-mail da parte di una lettrice, chiedendomi di scrivere qualcosa sul COM e rispondere alle “preoccupazioni” di tanti credenti “per quello che si sta svelando – si legge testualmente - come una ferita enorme: il tema di preti pedofili (nella Chiesa irlandese). Ci chiedevamo se potessi scrivere qualcosa di coraggioso, che ci aiutasse a capire….. So che è un tema spinoso, ma se non ne parliamo senza paura, la gente semplicemente trarrà le proprie conclusioni e si allontanerà. Scusami se mi sono permessa”.
Per quanto riguarda quest’argomento ritengo che, se da una parte è giusto parlarne, e in questo momento lo sta facendo con “coraggio” la Chiesa, direttamente nella persona dello stesso Pontefice, però è necessaria tanta riflessione, preghiera e moderazione da parte di tutti, appunto per capire. Infatti, il S. Padre ha scritto in questi giorni ai fedeli cattolici dell’Irlanda una lettera in merito agli “atti peccaminosi e criminali” di cui si sono macchiati alcuni sacerdoti e religiosi irlandesi nei confronti di ragazzi e giovani.
In essa il Papa esprime il suo profondo turbamento di fronte alla vicenda degli abusi, che ha suscitato “sgomento” e “senso di tradimento” tra i cattolici a causa anche della “risposta spesso inadeguata” della Chiesa irlandese, colpevole di “gravi errori di giudizio e che si sono verificate mancanze di governo", e ha chiesto ai vescovi di continuare "a cooperare con le autorità civili nell'ambito di loro competenza". Il problema, scrive il Santo Padre, “che non è specifico né dell’Irlanda né della Chiesa”, va affrontato “con coraggio e determinazione” e attraverso un “cammino di guarigione, di rinnovamento e di riparazione”.
Tra i fattori all'origine di questi scandali, il Papa indica le “procedure inadeguate per determinare l’idoneità dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa”; e una “insufficiente formazione umana, morale, intellettuale e spirituale nei seminari e nei noviziati”. A mio modesto parere e conoscenza, spesso trattasi di soggetti non idonei o inadatti per la scelta di vita celibaria. E ancora si legge: “Una tendenza nella società a favorire il clero e altre figure in autorità e una preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare gli scandali, che hanno portato come risultato alla mancata applicazione delle pene canoniche in vigore e alla mancata tutela della dignità d’ogni persona”.
A quei sacerdoti e religiosi dell’Irlanda, che si sentono “delusi, sconcertati e adirati per il modo in cui queste questioni sono state affrontate” dai superiori e “personalmente scoraggiati e anche abbandonati” scrive: “In questo tempo di sofferenza [...] v’invito a riaffermare la vostra fede in Cristo, il vostro amore verso la sua Chiesa [...] In questo modo, dimostrerete a tutti che dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia”.
Rivolgendosi infine ai Vescovi, il Papa afferma: “Non si può negare che alcuni di voi e dei vostri predecessori avete mancato, a volte gravemente, nell’applicare le norme del diritto canonico codificate da lungo tempo circa i crimini d’abusi [….] “Tutto questo ha seriamente minato la vostra attendibilità ed efficacia – aggiunge –. Apprezzo gli sforzi che avete fatto per porre rimedio agli errori del passato e per assicurare che non si ripetano”.
Papa Benedetto XVI termina la Lettera con una speciale Preghiera per la Chiesa in Irlanda, pensata “con l’affetto di un cristiano come voi, scandalizzato e ferito per quanto è accaduto nella nostra amata Chiesa”.
Vi saluto tutti con affetto.
Padre Renato
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