sabato 25 dicembre 2004

Lettera di Gesù Bambino a Babbo Natale

Mio Carissimo,
è la prima volta che ti scrivo una lettera. Sì perché quando sono stato bambino, duemila e passa anni fa, tu non eri ancora nato… ah già, innanzitutto devo chiederti scusa, a nome di qualcuno (Padre Francesco) che, qualche Natale fa ha detto che non esistevi. Dài, dal momento che ti scrivo, vuol dire che esisti! …ma forse piuttosto qualcuno ha le idee confuse su di te… su di me… sul Natale!
Be’, cominciamo con te… la tua fama è universale! Quante chiese, opere d’arte, da istituzioni e tradizioni sono legate al tuo nome! Che ho detto: chiese??!! Sì, scusa: è questa la prima precisazione da fare: “Babbo Natale” è il tuo nome d’arte: ti chiamano “Santa Claus”…, cioè San Nicola vissuto in Turchia, nel IV secolo …ma a dispetto della tua fama, sulla tua vita le notizie certe sono pochissime. Sei stato vescovo di Mira e qui, dicono alcune leggende, hai compiuto un miracolo dopo l’altro. Come accade alle personalità forti, quasi ogni tuo gesto è trasfigurato in prodigio: strappi miracolosamente tre ufficiali al supplizio; preservi la tua città da una carestia, con altri portenti... hai placato una tempesta in mare, e resuscitato tre giovani uccisi da un oste rapinatore... Tu, Nicola, muori il 6 dicembre (ed è il giorno della tua festa annuale) di un anno incerto. Ci sono pellegrinaggi alla tua tomba, posta fuori dell’abitato di Mira. Oltre sette secoli dopo, quando in Puglia è subentrato il dominio normanno, da “Nicola di Mira” diventi “Nicola di Bari”. Sessantadue marinai baresi, sbarcati nell’Asia Minore già soggetta ai Turchi, arrivano al sepolcro di Nicola e s’impadroniscono dei tuoi resti, che il 9 maggio 1087 portano in trionfo a Bari. Ecco spiegato la prima trasformazione o, meglio, “confusione” legata al tuo nome. La seconda e’ presto detta: spesso sei raffigurato con in mano tre sacchetti di monete d'oro, a volte resi più visibili sotto forma di tre palle d'oro: perché, racconta la leggenda, nella città dove ti trovavi, un padre, non avendo i soldi per costituire la dote alle sue tre figlie e farle così sposare convenientemente, aveva deciso di mandarle per strada. E tu, venuto a conoscenza di questa idea, donasti loro tre sacchetti di monete d'oro che costituirono quindi la dote delle fanciulle, salvandone la purezza. Ecco perché, a poco a poco le tradizioni popolari ti hanno identificato come “il portatore di doni” per eccellenza! Santa Claus, per gli amici: Babbo Natale! Socio di gnomi, renne e befane! Negli anni trenta un tale di nome Haddon Hubbar Sundblom, disegnatore di professione, trasformò il tuo look, rendendoti il babbo più famoso del mondo: un simpatico nonnetto, vestito di rosso, come l’etichetta della CocaCola di cui dovevi fare la pubblicità, barba bianca candida e folta: l'eterno vecchietto, allegro e paffuto, che dona, ride e canta… colorato e straripante, a dire il vero, anche in barba alla moda delle diete nonché alle minacce del pericolo chiamato 'colesterolo alto'.
Caro Babbo Natale… o Santa Claus, o San Nicola… be’, hai capito: vorrei proprio chiederti di aiutarmi, insieme ai tanti bambini che mi ascoltano a far capire al mondo che il Santo Natale è la festa del mio compleanno: ma che spesso lo si celebra dimenticandosi del …”festeggiato”, cioè di me! In realtà, già da molti anni fa (quasi 2000) cominciarono a festeggiare il mio compleanno. I primi anni sembrava che avessero capito quanto io ho fatto per loro, però oggi, molti ignorano il motivo che è causa della festa. La gente si raduna e si diverte, senza sapere di cosa si tratti.

Un’altra cosa che mi dispiace è che nel giorno del mio compleanno, invece di far regali a me se li sono fatti tra di loro.
Una volta uno mi disse: "Come faccio a farti regali se nemmeno ti vedo?" Ti immaginerai già la mia risposta: "Lasciami nascere nella tua anima, non mi mandare via con il peccato. Aiuta i poveri, visita gli ammalati e quelli che sono soli, pensa ai tuoi fratelli e mi vedrai in ognuno di loro e sarà come se l’avessi fatto a me. Questi sono i regali che mi piacerebbe ricevere da te."

Sono passati 20 secoli ed ogni anno la storia si ripete. Oggi, come ieri, la gente pensa solo a comprare regali, e nessuno si ricorda di me. Nel miglior dei casi mi vedono come un bambino qualunque, non come Dio fatto uomo. Mi fa pena vederli vivere con la sete di amore avendo la Fonte tanto vicina.
Termino questa lettera sperando di non averti annoiato. Però aiutami anche tu: continua pure ad aiutare tanti papà e mamme a fare i regali ai propri bambini: il Natale è anche questo: gioia, favola e folklore… Continua i tuoi giri per il mondo ma non pubblicizzare più un natale spendaccione e goloso… dammi una mano a far capire a grandi e piccini che prima di tutto il Natale è fatto di doni da donare a me ( …e anche se si ha poco o niente da offrirmi, per me sarà il dono più bello che mi si lasci entrare nel cuore!) …e da donare agli altri! E’ l’unico modo per prepararsi a celebrare la Eterna Natività nella Betlemme del cielo. A presto. Cerca di fare un po’ di dieta e salutami la Befana!

Il tuo miglior amico... Gesù