lunedì 1 febbraio 2010

Festa della Famiglia

Cara Famiglia,

ho pensato di scriverti una lettera per la tua Festa di Domenica 31 gennaio, perché sento tanta nostalgia di te e la tua mancanza. Quando si è soli e si è deboli, dinanzi alle avversità dell’esistenza, il tuo sostegno fornisce una fonte di forza inesauribile. Sei come il chiodo fissato sulla parete di un muro, dove tutto si può attaccare. Scusami per il paragone, ma è l’immagine sentita da un vecchio prete per dire che sei utile a tutto.
Attraverso il legame del sangue, mi è giunto da te tutto il fabbisogno per vivere: la cultura, l’educazione e i giusti parametri per orientarmi nell’esistenza. Ho imparato che la vita di famiglia, con le sue vicende, è il luogo originario e quotidiano delle relazioni dove, da genitori, da figli e fratelli, si vivono gli affetti e si comunica la fede così che, il credere in Gesù Cristo, acquista tutto lo spessore della vita reale ed ordinaria.
Mi ritornano alla mente le Domeniche vissute in famiglia, da bambino e poi da adolescente, con le famiglie della strada vicina, s’incontrava la comunità parrocchiale e nell’incontro si trovava la gioia e la forza di testimoniare la propria fede negli ambienti della città. Era bello, infatti ritrovarsi con altre famiglie per “sostenersi vicendevolmente” per realizzare la vocazione coniugale e riscoprirne il significato e il valore della comunione. Così facendo, si alimenta l’esperienza cristiana dell’intera comunità.
Cara Famiglia, voglio ricordarti un messaggio dell’attuale Pontefice che ti ha rivolto tempo fa in un’occasione particolare. Dopo aver ricordato che tu sei "un fondamento indispensabile per la società e per i popoli" e occupi “un luogo fondamentale nell'educazione della persona", il Papa ha proseguito: "Nessuno si è dato la vita da solo. Abbiamo ricevuto da altri la vita, che si sviluppa e matura con le verità e i valori che apprendiamo nel rapporto e nella comunione con gli altri. In tal senso, la famiglia fondata sul matrimonio indissolubile fra un uomo e una donna esprime questa dimensione relazionale, filiale e comunitaria, ed è l'ambito dove l'uomo può nascere con dignità, e crescere e svilupparsi in maniera integrale... La vera libertà dell'essere umano proviene dall'essere stato creato a immagine e somiglianza di Dio”.
A tutte le nostre Famiglie auguro di farsi dono di sé per gli altri.
Con affetto vi saluto.
Padre Renato