venerdì 18 settembre 2009

Lettera agli amici e fedeli

Carissimi,
Ho chiesto alla Redazione di riservarmi su questo foglio, settimanalmente (IL COM), un piccolo spazio perché desidero intrattenermi con voi, nella comunicazione e condivisione di alcune mie impressioni e sensazioni, assieme anche alle ansie pastorali di un prete. Tutto ciò servirà pure a farci crescere nella conoscenza e nella simpatia reciproca.
In questi giorni mi capita sovente d’incontrare in circostanze varie tante persone che, salutandomi, mi chiedono come mi trovo a Trezzano e se sto bene, etc…
Non vi nascondo dicendo che avverto un senso di piacere per questo loro interesse e simpatia nei miei confronti, come accade tra vecchi amici che si ritrovano dopo anni, sia trattasi d’adulti o di giovani, quasi sempre miei ex alunni.
Desidero davvero avvicinare e incontrare tutti: in strada, nelle abitazioni, in chiesa, in casa o in ufficio parrocchiale, ovunque. Un simpatico ed allegro parroco, mio collega, raccomandava ai suoi più stretti collaboratori parrocchiali: “Quando venite a trovarmi non dite: Disturbo? L’unico mio disturbo è quello di non essere disturbato abbastanza!”.
Un’ultima cosa ancora per terminare: ritengo che nel passaggio del testimone da un parroco all’altro, com’è accaduto da noi, ciò che resta (si tramanda) sia molto di più di ciò che le nostre povere persone, per quanto brave e competenti, abbiano saputo fare.
Quello che conta maggiormente è l’intero vissuto di una comunità. Perciò, fin dai primi giorni del mio “insediamento” in questa cara Parrocchia, mi sono preoccupato davvero di cogliere tutta la ricchezza e lo specifico che la comunità di S. Lorenzo vive nell’azione liturgica, nella catechesi, nell’impegno missionario, nella carità e nella vita associativa.
Tutto questo costituisce un’eredità preziosa da non disperdere, ma da reinvestire.
Vi saluto con affetto.
Padre Renato

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