giovedì 12 novembre 2009

Quel 'povero' crocifisso



Carissimi fedeli ed amici,

la stragrande maggioranza dei nostri lettori avrà sicuramente ascoltato dai TG o letto sui giornali di questi giorni una sconcertante notizia la sentenza della Corte Europea di Strasburgo, secondo la quale il Crocifisso nelle aule scolastiche non può stare.
A questo punto è necessario aggiungere subito, al dire della Santa Sede, che trattasi di una visione amara, miope ed ideologica; secondo la quale il Crocifisso “a scuola potrebbe disturbare gli studenti atei o minoranze religiose”. La CEI ricorda, invece, che il Crocifisso “non è solo simbolo religioso, ma culturale”.
Secondo i giudici europei il nostro Paese avrebbe violato degli articoli della Convenzione Internazionale: art. 2 (diritto istruzione) e art. 9 (libertà di coscienza, di pensiero e di religione). L’Italia ha tre mesi per opporsi. Ed è lodevole il ricorso del nostro Governo contro tale sentenza. Sappiamo che la decisione è provvisoria e che anche dopo, nulla cambierà in Italia.
Questo episodio che, come tanti altri, puntualmente si ripresenta nell’universo italiano o europeo dalle dubbie cosiddette “radici cristiane”, ma dai frutti acerbi e venefici, a noi cristiani europei deve fare riflettere molto.
Ce lo diciamo tra noi fedeli e discepoli del Crocifisso, profondamente rattristati e umiliati, che è un male emarginarlo dal mondo educativo: fondamentale nella storia e nella cultura del nostro Continente. Se tutto questo è servito minimamente ad indignarci, non è sufficiente.
Chiediamo piuttosto al Signore di avere i suoi stessi sentimenti di pietà e di perdono, per noi e per tutti quelli che “non sanno quello che fanno”.

Vi saluto con affetto.
Padre Renato

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